Chi siamo

Prof. Alessandro Petraglia

Professore associato

alessandro.petaglia@unipr.it

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Alessandro Petraglia da quasi 20 anni studia la biodiversità vegetale degli ambienti di montagna. A partire dalla tesi di laurea e, successivamente, durante il dottorato di ricerca, impara a conoscere e a studiare la vegetazione degli ambienti d’alta quota e a individuare le ragioni che influenzano la sopravvivenza, la distribuzione, la convivenza e la competizione delle specie vegetali nei diversi ambienti di montagna. Tra questi, gli ambienti studiati con maggiore approfondimento sono quelli dominati da briofite: le torbiere, le sorgenti e le vallette nivali. Proprio queste ultime, la cui rilevanza in termini di biodiversità e servizi ecosistemici è riconosciuta a livello internazionale, diventano il teatro principale degli esperimenti scientifici di manipolazione ambientale durante i quali il ricercatore studia gli effetti dei cambiamenti climatici (aumento della temperatura, diminuzione delle copertura nevosa, aumento dei nutrienti, riduzione delle precipitazioni) sia a livello di specie e di popolazione (crescita, riproduzione, genetica di popolazione) sia a livello di ecosistema (biodiversità, produzione primaria, decomposizione, flussi di CO2).
Durante questo lungo periodo A.P. collabora ad alcuni progetti di ricerca nazionali e internazionali che gli consentono di entrare in contatto con numerosi ricercatori e ne allargano considerevolmente l’orizzonte culturale e gli obiettivi di ricerca determinando un ulteriore sviluppo dei suoi esperimenti e dei risultati conseguiti. Tra questi progetti, di particolare rilievo è il Progetto GLORIA, il cui obiettivo principale è monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione delle alte montagne di tutto il pianeta, e per il quale A.P. lavora a partire dal 2001. Nel 2013 le sue ricerche ricevono un nuovo impulso a seguito dell’inclusione del sito sperimentale, installato da A.P. nel Parco Nazionale dello Stelvio, nella rete internazionale di ricerca ITEX (International Tundra Experiment), che include i siti internazionali in cui si svolgono esperimenti finalizzati alla comprensione degli effetti dei cambiamenti climatici negli ambienti artici e alpini.
Gli attuali obiettivi di ricerca sono sempre incentrati sugli studi degli effetti dei cambiamenti climatici sugli ambienti di montagna con nuove domande sperimentali di interesse ancor più generale. Tra queste, lo studio degli effetti della riduzione delle precipitazioni sugli ecosistemi d’alta quota e lo studio degli effetti delle variabili ambientali sulla senescenza delle specie vegetali alpine. In particolare, di prossima installazione è il nuovo sito sperimentale per lo studio degli effetti della riduzione delle precipitazioni in alta montagna, già incluso nella rete internazionale di ricerca DROUGHT-NET, rete internazionale di ricerca finalizzata ad individuare i principali effetti della riduzione delle precipitazioni sugli ecosistemi di terrestri di tutto il pianeta.
Durante questi anni di studio e lavoro A.P. ha prodotto 28 articoli scientifici su riviste internazionali, 17 lavori scientifici su riviste nazionali con referee, 3 capitoli di libri, 15 carte della vegetazione, alcune pubblicazioni scientifiche divulgative e svariate relazioni scientifiche per enti pubblici ed aziende private. Le collaborazioni scientifiche attualmente in corso e la stabilizzazione nel ruolo di Ricercatore, avvenuta nel dicembre 2011, hanno portato alla sempre maggiore crescita in termini di lavori scientifici negli ultimi anni, come dimostrato anche dal fatto che A.P. ha collaborato ad 8 articoli attualmente in revisione su riviste internazionali.

Prof. Michele Carbognani

Professore associato

michele.carbognani@unipr.it

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Michele Carbognani è un botanico con esperienza di esperimenti manipolativi e di analisi dei dati. I suoi interessi principali riguardano lo studio delle specie e delle comunità vegetali alpine, e la comprensione degli effetti dei cambiamenti climatici sulle funzioni e servizi ecosistemici che dipendono dalle piante.

Le principali linee di ricerca riguardano:

  • Le dinamiche della vegetazione e gli effetti del riscaldamento climatico sulle fitocenosi di valletta nivale.
  • Gli impatti degli eventi climatici estremi sulle praterie primarie di alta quota.
  • La descrizione e la classificazione dei tipi di vegetazione nell’Appennino settentrionale.

Michele è Professore Associato presso l’Università di Parma e tiene corsi ed esercitazioni in campo nell’ambito della Laurea Magistrale in Ecologia ed Etologia per la Conservazione della Natura.

 

Andrea Vannini ha iniziato il suo percorso di studi in Scienze Ambientali, sviluppando un appassionato interesse per la contaminazione ambientale e l'Ecotossicologia. Durante il Dottorato di Ricerca, si è dedicato allo studio dell'utilizzo dei licheni come biomonitor della presenza di elementi potenzialmente tossici (EPT) nell'ambiente, con particolare attenzione alla loro capacità di fornire indicazioni sulla disponibilità ambientale del mercurio, noto elemento neurotossico. Nel corso del periodo post-dottorato, ha approfondito le tematiche legate alla capacità dei licheni di accumulare e rilasciare EPT presenti nelle deposizioni atmosferiche, esaminando anche l'effetto di contaminanti organici emergenti, come farmaci ed erbicidi, sulla loro fisiologia. Ha partecipato attivamente a numerosi progetti di biomonitoraggio della qualità ambientale, utilizzando i licheni sia come biomonitor che come bioindicatori, anche attraverso la sua collaborazione con lo Spin-off Accademico EGIS System. È partecipante di gruppi di lavoro volti alla standardizzazione di metodologie per lo studio del bioaccumulo di EPT provenienti dalle deposizioni atmosferiche tramite licheni (gruppo di lavoro di ‘Biomonitoraggio’ della Società Lichenologica Italiana) nonché per la rimozione di quest’ultimi da superficie lapidee di interesse culturale (gruppo di lavoro di ‘Biologia’ della Società Lichenologica Italiana). Andrea Vannini studia inoltre le interazioni fra piante di interesse agronomico (esempio l’Allium ampeloprasum L.) e suolo di crescita nonché l’effetto di bio-based solutions (come il distillato di legno) per stimolarne la crescita e proteggerle dall’azione di contaminanti atmosferici, come l’ozono. Inoltre, le sue ricerche si sono estese all'esplorazione di innovative strategie per il sequestro del carbonio atmosferico, come il biochar, sulle foreste di faggio europeo (Fagus sylvatica L.), concentrandosi sugli effetti legati alla rigenerazione forestale, alla decomposizione della lettiera e al rilascio di CO2 dal suolo. Esamina anche l'utilizzo del biochar come biomonitor della disponibilità ambientale di EPT nelle deposizioni atmosferiche.

Andrea Vannini è un socio pluriennale della Società Lichenologica Italiana (SLI). Fa parte del suo comitato di redazione nonché di quello della rivista MDPI Toxics.

Assegnisti

Dr Elisa Beninato

Dottorandi

Sara Ribotta

2022- in corso - PhD in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia

sara.ribotta@unipr.it

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Giorgio Chiari

2019-2022 - PhD in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia

giorgio.chiari@unipr.it

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T'ai G. W. Forte

2017-2020 - PhD in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia

tai.forte@unipr.it

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Giulietta Bernareggi

2012-2015 - PhD in Biologia vegetale

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Studenti

Corso di Studi Triennale in Scienze della Natura e dell'Ambiente - Università di Parma

Michele Anelli, Mirco Bottenghi, Alice Fiorini, Matteo Giovannoni

Corso di Studi Magistrale in Ecologia ed Etologia per la Conservazione della Natura - Università di Parma

Filippo Grillo

Ex membri

Prof. Marcello Tomaselli

Professore ordinario

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